Non so nemmeno con quale nome chiamarti...
non so perché ti sto scrivendo questa lettera...
non so se mai la leggerai...
non so perché sono passati tutti questi anni
senza vederci ne' sentirci...
non so perché un giorno, all'improvviso,
hai deciso di andartene e non tornare più...
Vedi... sono tante le cose che non so...
L'unica certezza che ho... è che se avessi saputo
che quello sarebbe stato l'ultimo abbraccio...
ti avrei stretto un po' più forte...
Mi sento sola... come un bambino
che cerca la mamma, però non la trova...
Anche se ormai non sono più piccola...
sono cresciuta e insieme a me
è cresciuto quel vuoto che mi lasciasti tu...
Ti ho aspettato per tanto tempo...
per tante ore, per tanti giorni, per tanti mesi, per tanti anni...
Lì, in cima a quella stradina sterrata
che facevo ogni volta per venire a vederti...
e che ogni volta odiavo sempre di più,
come se fosse colpa sua se quando
arrivavo in cima, tu non c'eri...
Passava il tempo e quella stradina
sembrava ogni volta sempre più lunga...
o forse ero io che ero sempre un po' più grande...
Cresciuta lì, su quella strada,
tra un'illusione di poterti rivedere...
e una delusione che tutto ciò non succedeva mai...
Hai idea di quanto ci si può sentire
inutili da piccoli, come se non contassimo nulla?
Hai idea di quanto può far male un'illusione?
Ti ricordi Costanza, l'assistente sociale che ci seguiva?
Un giorno le chiesi perché tu non venivi mai a trovarmi...
e lei mi rispose che dovevo cercare di capirti...
che se magari venivi per poche ore,
dopo avresti sofferto a lasciarci allo scadere del tempo...
Questa cosa, sinceramente, non l'ho mai capita...
ma ti dico una cosa: adesso rido e scherzo con la gente...
dicendo che io il cuore non ce l'ho...
tutti ridono, non ci credono, perché non lo sanno...
che io il cuore l'ho lasciato lì, in cima a quella stradina...
nel posto in cui ti ho visto per l'ultima volta...
e che non immaginavo sarebbe stata l'ultima volta...
L'ho lasciato lì, perché voleva stare con te...
Nessun commento:
Posta un commento