Se chiudo gli occhi, torno a quella sera.
Mi trovavo al teatro per la premiazione di un concorso di poesie.
Mi classificai al secondo posto,
mentre al terzo, un ragazzo che a parer mio, avrebbe meritato il primo posto.
Finita la premiazione uscii fuori e mentre mi accendevo una sigaretta,
si avvicinò il terzo classificato per farmi i complimenti.
Passammo ore a parlare, a scambiarci idee, progetti, sogni.
Mi confessò che uno dei suoi sogni più ricorrenti
era quello di arrivare primo ad un concorso di poesie.
Rimanemmo un paio di minuti in silenzio.
Lì, sullo scalino appoggiati alla porta ormai chiusa del teatro,
illuminati dalla luce di un lampione.
Non passavano neanche più le macchine per la strada.
Circondati da un dolce silenzio lui... lui mi sorrise.
Quella sera, appena tornai a casa, scrissi una poesia.
Quel ragazzo... il suo sorriso... mi aveva ispirato.
Presentai quella poesia ad un nuovo concorso.
Ce l'avevo fatta. Prima classificata!
Tra i partecipanti c'era anche lui,
ma questa volta non era riuscito a classificarsi neanche tra i primi tre.
E lì, seduti sullo stesso scalino, illuminati dallo stesso lampione,
gli regalai la targhetta del primo classificato,
anche se sopra c'era scritto il mio nome.
Mi domandò perché. Non gli risposi. E lui... lui mi sorrise.
Tornai a casa, scrissi una nuova poesia.
Gli mandai subito un messaggio:
INCREDIBILE. OGNI TUO SORRISO, PER ME è UNA POESIA.
(Katy Tuccini)
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